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Sgarbi, Vittòrio.

Critico d'arte, polemista televisivo e uomo politico italiano. Conseguita la laurea in Filosofia all'università di Bologna, indirizzò i suoi interessi verso l'arte e nel 1975 fu nominato direttore della Soprintendenza per i beni storici e culturali del Veneto. Fu autore di numerosi saggi e monografie di storia e critica d'arte, tra cui: Carpaccio (1979), Palladio e la Maniera (1980), Il sogno della pittura (1985), Lezioni private (1986), Davanti all'immagine (1989), Dall'Italia (1991), Lezioni private 2 (1996), A regola d'arte (1998), Le tenebre e la rosa. Un'antologia (2000), Percorsi perversi (2001), Da Giotto a Picasso (2003), Parmigianino (2003), Il bene e il bello (2003), Ragione e passione. Contro l'indifferenza (2005). Partecipò e, successivamente, condusse diverse trasmissioni televisive, esordendo nel 1989 nel Maurizio Costanzo show. Presente con una propria rubrica a Weekend con Raffaella (1990-91) e Telemike (1991), dal 1992 al 1999 diresse Sgarbi quotidiani, un appuntamento giornaliero incentrato su argomenti di attualità, affrontati con tono polemico e sarcastico. Nel 2005, dopo sei anni di assenza, tornò in TV con il nuovo provocatorio programma di approfondimento giornalistico-politico Sgarbi e Quotidiani. Collaborò anche con giornali e periodici quali "Il Corriere della Sera", "Grazia", "Europeo", "FMR". Impegnatosi in politica, fu eletto sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali (1991-92) e sindaco di San Severino Marche (1992-93). Deputato per il Partito Liberale (1992), nel 1994 entrò a far parte di Forza Italia, ricoprendo durante il Governo Berlusconi (1994) la carica di presidente della Commissione Giustizia e Cultura della Camera, insieme a Tiziana Maiolo. Deputato nei Gabinetti Prodi (1996) e D'Alema (1998), iscritto al gruppo parlamentare Misto, nel 1999 venne eletto al Parlamento europeo con Forza Italia. Alle politiche del maggio 2001 fu nominato deputato alla Camera e di nuovo sottosegretario al ministero dei Beni Culturali. Attualmente è membro del Partito Popolare Europeo. In vista delle elezioni europee del 2004 fondò la lista Liberal Sgarbi - I Libertari, che si alleò con il Partito Repubblicano Italiano, ottenendo nelle consultazioni solo lo 0,7% dei voti. Nel 2005 abbandonò la Casa delle Libertà e passò all'Unione, proponendo la propria candidatura alle elezioni primarie, che dovette ritirare in base alla regola che vieta la corsa elettorale nelle primarie di chi abbia avuto incarichi politici nelle ultime due legislature guidate da Berlusconi (n. Ro Ferrarese, Ferrara 1952).